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I rapporti tra il diritto penale e le questioni di fine vita si sono progressivamente fatti largo tra le maglie di uno spazio libero dal diritto, seguendo un percorso le cui tappe sono state scandite da vicende giudiziarie tanto eclatanti quanto fondamentali. Il riferimento è anzitutto ai "casi" di Piergiorgio Welby e di Fabiano Antoniani, che hanno interessato, rispettivamente, la fattispecie di omicidio del consenziente (art. 579 c.p.) e quella di aiuto al suicidio (art. 580 c.p.). Si tratta di verificare se l'assetto normativo attuale risulti coerente e "costituzionalmente conforme" o se, qualora la penna del legislatore tardi a risvegliarsi dal suo torpore, si renda necessario un nuovo caso capace di diradare le nebbie di un paternalismo che, inserito nella cornice di un'assistenza sanitaria spesso inefficiente e/o censitaria, assume sempre più le sembianze di un colosso dai piedi di argilla.